Andrea Viotti, Stefano Fresi, Lillo & Greg, Fabiana Di Marco, …
“…la Compagnia Arcadinoè è un piccolo miracolo, una di quelle aggregazioni di talenti che raramente capita di conoscere…” (Il Tempo, febbraio ‘95).
La COMPAGNIA ARCADINOE’ si è formata nel 1986 e costituita legalmente nel 1995. Esercita l’attività artistica principalmente su Roma, salvo possibili circuitazioni e Festival. E’ composta principalmente da attori diplomati presso L’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica “Silvio D’Amico” o in Istituzioni di pari livello.
Alcuni Riconoscimenti Istituzionali:
(Tutti i Progetti realizzati con il Contributo Imaie - Art.7 - ottengono riconoscimenti ufficiali, premi, pubblicazioni e, se teatrali, restano in scena per un minimo di tre settimane – Roma - e vengono riallestiti per almeno due stagioni).
Per i primi due anni si è dedicata alla promozione di spettacoli di repertorio tradizionale (Goldoni, Feydeau, Shaw, ...), terminando tale programma con un “Sarto per Signora” di Feydeau, che fu replicato per due stagioni. La stampa se ne accorse e la Compagnia fu invitata ad effettuare due recite straordinarie per beneficenza al Teatro Argentina. Furono devoluti agli ospedali pediatrici romani 48 milioni, era il 1987! E la Compagnia nel 1988 fu insignita di una Medaglia d’Oro del Ministro della Pubblica Istruzione (On. Galloni).
Fortemente impegnata nell’avvicinare il giovane pubblico al teatro, la Compagnia fondò presso il Liceo Classico Gaetano De Sanctis, il più importante di Roma Nord, il Laboratorio Teatrale dell’Arca, iniziativa-evento per la cultura scolastica. Il Laboratorio durò 3 anni e tutti gli spettacoli, ebbero recensioni entusiaste come esempio di attività culturali parascolastiche. Con grande clamore della stampa, il Laboratorio fu soppresso per mancanza di fondi nel 1992.
Intanto veniva maturando il desiderio di non usufruire più di autori di repertorio, così dal 1992, la Compagnia si è specializzata nella diffusione della drammaturgia contemporanea italiana. Gli Autori che rappresenta sono tutti esponenti di rilievo del panorama drammaturgico nazionale emergente. Vanta, nel corso degli anni, collaborazioni di grande livello artistico: da Pupella Maggio, a Mario Scaccia, ad Arnoldo Foà, a Oreste Lionello, a mariano Rigillo. Molte e prestigiose sono le collaborazioni future già avviate. Personalità artistiche di consolidata esperienza che hanno voluto aderire al Progetto Arcadinoè, alla ricerca di un’ identità comune che renda riconoscibili i talenti - semi-sommersi - della nuova scena italiana.
La Compagnia Arcadinoè sta diventando un polo attrattivo per tutti quei teatranti che da anni hanno già affermato il loro spessore artistico. La stima reciproca che lega tutti i componenti e simpatizzanti dell’Arcadinoè, ci fa credere che un tale Centro di Produzione Permanente, in continua crescita, possa essere raggiungibile, purché riesca ad ottenere una “credibilità e visibilità” ufficiale, e purché il cammino verso uno svecchiamento della scena italiana, possa essere dallo Stato stesso incentivato e promosso.
“La Compagnia Arcadinoè è un piccolo miracolo, una di quelle aggregazioni di talenti che raramente capita di conoscere” (Il Tempo), che lavora professionisticamente sul territorio romano da 25 anni ed è riuscita faticosamente a guadagnarsi la stima del pubblico, della stampa e degli addetti ai lavori.
La soppressione dell’IDI (Istituto del Dramma Italiano), se da una parte ha significato certamente la volontà di chiudere con alcuni sistemi di protettorato artistico e culturale, dall’altra parte ha inevitabilmente creato un vuoto istituzionale e la speranza che tale vuoto fosse riempito dalle strutture private o parastatali, è stata tristemente disillusa. Di fatto, la drammaturgia contemporanea sta vivendo un grave periodo transitorio: negli anni 80 ha avuto il proprio rilancio con molte compagnie che cercavano proprio tra i giovani l’humus per svecchiare il proprio repertorio, e infatti gli autori emersi in quegli anni sembrano oggi i soli ad avere un ascolto dignitoso. E’ altresì grottesco pensare che realtà come Cavosi, Manfridi, Camerini, Chiti, Moscato ecc... siano ancora considerati “giovani autori”. Che termine si dovrebbe usare, allora, per definire tutta la grandissima e validissima squadra di autori che dai primi anni 90 sta incarnando le maggiori speranze di rinnovamento? La triste realtà risiede nell’egemonia culturale del teatro ufficiale che, salvo rarissimi casi (per lo più diventati “di moda”), continua ad ignorare la drammaturgia contemporanea che per affermarsi, come è affermata in tutto il resto del mondo, ha bisogno di una “visibilità” ufficiale. Essere relegata - per evidenti motivi economici! - solo ai circuiti Off, se apparentemente sembra garanzia di libertà espressiva, in realtà impone uno “stagnamento artistico” e impedisce una reale crescita che necessiterebbe di confronti con un pubblico più ampio di quello delle cantine, troppo spesso pubblico “amico”. Se questa riflessione mal si addice ai progetti “di ricerca” e “sperimentazione”, progetti di improbabile globalizzazione ma destinati ad una “nicchia” di pubblico, altresì c’è una fascia drammaturgico- espressiva che si fonda proprio sulla potenziale fruibilità su larga scala, e che fa perno su un teatro di parola, di trama, di emozioni, di realismo metaforico, che si può collocare nella sfera del teatro realistico-tradizionale, come stile, privilegiando cioè fattori “classici” come recitazione, testo e regia perchè si eviti di sopraffare proprio ciò che è e resta alla base del teatro: la storia, la società e il modo di raccontarla. E’ quella drammaturgia che sta raccontando i tempi moderni con lucida e disillusa precisione, che parla ad un grande pubblico di grandi temi, di sentimenti, che utilizza diversi pedali con coscienza ed onestà. Che non ha paura di spaziare tra tutti i generi, dal comico al drammatico, dal grottesco all’assurdo, dal sociale al frivolo, dall’intellettuale allo psicologico. Tutto, con la certezza che ci sia bisogno di tutto purché l’onestà di ciò che racconta sia genuina e accrescitiva per chi guarda. Questo è il lavoro di molti autori che in questi anni hanno rappresentato le più interessanti novità drammaturgiche, e che hanno potuto emergere anche grazie a Regie sensibili e a competenti attori, rifuggendo dalla pericolosa e imperante approssimazione tecnico- attoriale che si basa su un realismo cialtrone e che nulla ha a che fare con il realismo metaforico alla base della messinscena teatrale, e che sembra figlia di un certo cinema italiano che predilige proprio il “buttato via”. L’Arcadinoè non insegue espedienti “alla moda” ma una rigorosa esigenza qualitativa.
Il rigore che da sempre caratterizza il teatro non improvvisato, è certamente alla base dell’ impostazione dell’Arcadinoè che non a caso ha scelto di unire insieme attori
provenienti per lo più dalla Accademia Silvio D’Amico, autori emersi da premi nazionali di drammaturgia e registi già segnalati all’attenzione del grande pubblico da parte di stampa e organi ufficiali. Su questo fronte, la Compagnia Arcadinoè, dopo un primo rodaggio sul teatro di repertorio, dal 1992 si è specializzata nella drammaturgia contemporanea, appoggiandosi, finora, a Compagnie preesistenti. E la decisione di utilizzare esclusivamente autori che abbiano già vinto almeno un Premio Nazionale di Drammaturgia vuole essere una seria garanzia qualitativa e artistica. Così la Compagnia ha dato voce - e continuerà in questo cammino - ad autori pluripremiati, a partire dal fondatore e direttore artistico Patrizio Cigliano (Premio IDI, Premio Studio 12, Premio Fondi La Pastora, International Script Prize of Edinburgh, Premio Enrico Maria Salerno, selezionato Enzimi, Premio Critica “Attori in cerca d’autore”, Premio Flaiano …), per continuare con Luca De Bei (segnalato IDI, Premio Flaiano, Premio Berlino), Giulia Ricciardi (Premio Fondi La Pastora, Selezionata Enzimi, Finalista “Provini per una commedia”), Veronica Milaneschi (Premio ShortLab), …
Finalità artistiche e culturali della Compagnia sono da tempo volte alla diffusione della Drammaturgia Contemporanea Nazionale, che, unica in Europa, pur essendo fertilissima, stenta ad affermarsi. Sul lato più squisitamente artistico, la fauna attoriale presente in compagnia, sta a dimostrare - forte di precedenti verifiche accreditate da una attenta stampa che da anni segue la Compagnia - l’esistenza di validi interpreti, autori e registi, già pronti ad un utilizzo più visibile e in grado di sovvertire l’attuale egemonia di attori “prestati” al teatro dalla televisione, stelle del piccolo schermo che troppo spesso vengono lucrosamente lanciati su un palcoscenico che non conoscono, con risultati di dubbio valore artistico e culturale. La formazione degli elementi della Compagnia - tutti diplomati alla Accademia Nazionale D’Arte Drammatica “Silvio D’Amico” di Roma, o in Istituzioni di pari livello - è garanzia di grande serietà, dedizione e competenza specifica.
ASSOCIAZIONE CULTURALE “ARCADINOÈ”
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